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Rabbia, angoscia, pianto: come confrontarsi con le emozioni del bambino (e non solo)

La scuola è iniziata: tanti bambini piangono per entrare, molte mamme si preoccupano, molti papà si impegnano a lasciarli andare.

I primi giorni di scuola (di nido, d'infanzia o quale che sia il grado), le famiglie affrontano una fase di passaggio che può generare ansia se tutto non fila liscia come sperato: "speriamo che nostro figlio non pianga".

Gli educatori sanno che Settembre è un mese in cui avranno a che fare con la rabbia, l'angoscia, la paura, dei bambini (ma anche dei genitori) e per svolgere in modo professionale l'accoglienza del nucleo familiare devono sapersi confrontare essi stessi con il dolore, l'ansia e le altre emozioni che le sottendono e che possono entrare in risonanza con le stesse corde dentro di noi.

Dopo 12 anni di ambientamenti a scuola, come educatrice prima e come coordinatrice poi, osservo e tocco con mano la delicatezza di questo periodo che per tutti (scuola, bambino, genitori, nonni) è un bel banco di prova.

Un bambino che piange (non solo per entrare a scuola) porta inevitabilmente i genitori a temere che si senta impaurito, disorientato, arrabbiato; che non si senta al sicuro, che abbiano sbagliato in qualcosa, che "forse dovevamo dargli di più, di meno o in maniera diversa".

Riflettevo invece, in questi giorni come ogni anno, su quanto sia vitale e in qualche modo positivo (se non semplicemente sano e comprensibile), che i bambini abbiano energie sufficienti per arrabbiarsi, che non trattengano emozioni in luoghi poco conosciuti, che attraverso il pianto possano sperimentare la possibilità di essere abbracciati, ascoltati e consolati da qualcuno al di fuori della famiglia, lì fuori nel mondo.

Mi piace ricordare, e ricordarvi, che quello che dobbiamo augurarci è che la paura e il dolore non vengano temuti dai bambini e che, se tutti lì fuori - compresi noi stessi - imparassero a confrontarcisi, riusciremmo ad insegnare loro a gestire i momenti più critici della vita con positività e sicurezza.

Perchè non sono una persona sicura se non piango mai, se non mi arrabbio mai, se non ho paura mai: sono sicuro se penso di potercela fare, se penso che quella porta (di scuola e non) sarà solo da attraversare, con in tasca tutte le mie emozioni e una bella dose di coraggio.

Siamo a metà percorso, siamo a metà Settembre!

Sta andando tutto bene!

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