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Educatrice e bambino: un rapporto educativo

Cosa si intende per rapporto educativo? Qual è la differenza tra le relazioni che il bambino coltiva in famiglia e quelle che coltiva a scuola?

Certamente il rapporto con la figura adulta, all'infuori di casa e non, non può essere pensato solo come un rapporto cognitivo. I bambini hanno bisogno (per imparare, per crescere) di una relazione di qualità, fatta di emozioni e sentimenti che hanno spesso una inconsapevole funzione comunicativa. Non sono cioè solo i contenuti veicolati dall'adulto a fare la relazione con il bambino ma è soprattutto - e prima di tutto - la relazione stessa. 

E' per questo motivo che l'educatore non può non avere consapevolezza della presenza e influenza delle proprie tonalità emozionali e di come debba essere in grado di esprimersi in modo corretto non solo a parole ma anche con la comunicazione non verbale (postura, atteggiamenti, movimenti, sguardo). Il bambino piccolo infatti comprende ed è condizionato più da ciò che percepisce che dalle parole che ascolta.

E quindi, proprio perchè i processi cognitivi si attivano fin dai primi mesi di vita del bambino, è fondamentale che le figure di riferimento (familiari e scolastiche) sappiano muoversi in questa relazione con lui in modo consapevole, sano, sensibile. 

Il bambino che si sente rassicurato, capito, soddisfatto, consolato, amato e degno di amore, svilupperà una buona fiducia in se stesso e verso l'altro e questo lo aiuterà ad esplorare il mondo e a conquistare gradualmente la sua autonomia. 

Le educatrici al nido riflettono pertanto continuamente sulle loro modalità comunicative e sulla rilevanza del ruolo che rivestono.

Per approfondimenti consigliamo: "Al Nido con la comunicazione non violenta" di Vilma Costetti e Noele Mrazek.

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